domenica 19 luglio 2009

Cannibalismo artistico..



Tornando al titolo del post, si intende per arte cannibale la capacita di riutilizzare elementi retorici e semantici dismessi in una nuova chiave attualistica, grazie all’utilizzo di elementi topici e all’introduzione di una feroce tematicità aggressiva di tipo pulp o addirittura “splatter”. Parliamo del gruppo dei giovani cannibali: un gruppetto di autori attivi nella metà dei ’90 che scendendo nelle discariche letterarie, vanno a rispolverare Freud e Desade per creare nuovi sistemi più attuali, perfettamente efficienti, alla maniera dei cosiddetti cannibali tecnologici che salvano letteralmente dall’immondizia parti di televisori e computer, da assemblare in un secondo momento in sistemi funzionanti. C’è da dire che negli anni novanta si sono proposte logiche innovative che hanno portato a rivedere il rapporto con l’ecosistema in chiave etica e tra queste vi è proprio la logica della dismissione che, ad esempio parlando di luoghi, hanno portato all avvicinamento a strutture inutilizzate da parte di giovani attivisti che ne hanno fatto centri sociali, a volte molto sofisticati anche grazie alle nuove tecnologie a disposizione.
Citando alcuni autori che sono stati attivi in questo preciso e delicato periodo storico ricordiamo alcuni di essi come Isabella Santacroce,Tiziano Scarpa, Aldo Nove, Niccolò Ammaniti e altri che insieme hanno dato vita al movimento filosofico e letterario del Nevromanticismo, che intende dare espressione all'inquietudine dell'esistenza; autori riconosciuti al secolo come, appunto, Giovani Cannibali.
Le tematiche di riutilizzo hanno portato a rivalutare tutta una serie di argomentazioni desuete che dagli anni ’70 ad oggi hanno portato a considerare realtà altrimenti destinate alla “discarica” tra le quali la stessa MENTE UMANA, laddove colpita da disagio dovuto alle mutazioni dei rapporti antropologici di un progresso incontrollabile sono state rivalutate in chiave di valore del underground della cosiddetta società civile.

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